Il sintomo psicosomatico
La psicosomatica è l’indirizzo della mia scuola di formazione in psicoterapia.
In medicina si intende come sintomo psicosomatico un sintomo non provocato da una patologia organica e quindi autoindotto dalla nostra psiche.
La psicosomatica è pertanto una corrente di pensiero che indaga il ruolo svolto dai fattori di ordine psicologico nei processi di malattia e guarigione.

I disturbi psicosomatici
Spesso si pensa che la psiche e il soma siano due entità diverse e separate tra loro, mentre niente nel nostro corpo e nella nostra vita può essere considerato solo uno o solo l’altro.
Io sono un medico e pertanto ritengo che l’approccio corretto per tutti i sintomi di questo mondo sia di trattarli sia da un punto di vista clinico che psicoterapeutico.
E’ altresì vero che ci sono dei sintomi che spesso si associano molto più alla psicoterapia che altri come ad esempio l’insonnia, l’alopecia e le dermatiti in genere, la gastrite, la tachicardia, i disturbi alimentari e quelli dell’alvo.
Anche sintomi apparentemente e classicamente somatici non vanno dimenticati nell’elenco, come i disturbi del sistema immunitario, le malattie autoimmuni e molto molto altro.

La terapia psicosomatica
Da medico ritengo che la comparsa di un sintomo debba sempre attivare un percorso diagnostico e terapeutico tradizionale.
Prevenire e curare rimangono i miei principi fondanti. Però a questi si può aggiungere anche il “domandarsi e interrogarsi” e spesso, insieme ai primi due, permettono di trovare sia risposte sia in certi casi la attenuazione o regressione dei sintomi.
Nell’antichità, l’ascolto e la presenza erano le uniche cure per tante malattie.
La psicologia psicosomatica oggi
Certamente l’evoluzione della medicina abbia permesso di curare tanti mali e abbia innalzato l’aspettativa di vita, e di ciò dobbiamo essere grati, ma l’andare avanti non dovrebbe mai farci dimenticare da dove veniamo e come la “cura” abbia ancora bisogno dello stare, dell’ascoltare e del capire.
Maggiore attenzione deve essere posta soprattutto verso quei sintomi che non regrediscono con le terapie tradizionali o che tendono a ripresentarsi con ricorrenza o in specifici momenti o senza un apparente motivo. Spesso ci abituiamo a conviverci ma forse si può fare qualcosa in più…insieme.
Spesso il sintomo rappresenta un tentativo comunicazionale del nostro Daimon nei confronti della nostra coscienza. Il nostro “inconscio guida” prova a indicarci la “nostra via” attraverso il linguaggio delle immagini (sogni, flash, immagini spontanee) o attraverso quelle sensazioni o intuizioni che arrivano da dentro e ci spingono verso decisioni o direzioni. Se non ascoltate, quelle spinte diventano sempre più forti fino a divenire sintomo. Spesso si è soliti demonizzare il sintomo ma esso è “solo” un segnale, un richiamo e nel momento che lo ascoltiamo e lo seguiamo esso non ha più motivo di esistere. Ricordiamo che dal greco la parola sintomo può essere tradotta come “indizio” ma anche “cadere insieme. Esso è pertanto sia indizio che deve attirare la nostra attenzione su qualcosa che però, se non ascoltato, ci farà cadere con lui. La stessa terapia del sintomo forse è un cadere insieme con lui verso il basso, verso i nostri territori più profondi ed oscuri per comprenderci e prenderci cura in un percorso evolutivo che parte dalla discesa nei nostri inferi.
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Rivolgersi ad uno psicologo specializzato aiuta e serve a fare molta chiarezza.
