Medico Psicoterapeuta Paullo e Milano: chi sono

Il mio percorso professionale e umano
Sognavo di studiare astronomia affascinato dalle stelle che forse rappresentavano simbolicamente un punto fermo in lontananza, ma ero dislessico e discalculico e la matematica non era la mia forza. Una notte sognai di trovarmi legato su una gigantesca ruota di legno sospesa per tre quarti in aria e per un quarto immersa in mare. Su questa ruota c’erano tante persone legate come me e quando la ruota si fermava quelli che si trovavano sotto il livello dell’acqua affogavano. Ad un certo punto mentre ero fuori a ruota ferma si avvicinò un uomo vecchio e grigio sospeso in aria e mi disse che io avevo vissuto una vita inutile. Dopo poco la ruota si rimise in moto ed io affogai per poi svegliarmi di soprassalto. La mattina successiva mi svegliai col pensiero di iscrivermi a medicina e così feci. Scoprii sempre quella mattina che quello era l’ultimo giorno utile per l’iscrizione. Andai a fare il test senza aver avuto tempo sufficiente a prepararmi e mi classificai ultimo degli ammessi.


Rivedendo oggi quel periodo credo fortemente che quel sogno sia stato un richiamo proveniente dal mio Daimon, una guida verso la mia realizzazione.
Mi sono laureato a pieni voti.
Entrai in specializzazione in chirurgia dell’apparato digerente pensando che un chirurgo potesse salvare una vita più facilmente di un clinico, non sapevo ancora che una parola aveva un peso molto superiore ad un bisturi.
In quel tempo gli specializzandi percepivano una piccola borsa di studio pertanto iniziai a fare le notti di guardia per mantenermi e senza saperlo finii in un hospice dove conobbi il mondo delle cure palliative.
Ci fu un periodo in cui alternavo il mio tempo tra la chirurgia e le cure palliative, anzi, iniziai a convincermi che avrei dovuto fare il chirurgo lasciando le cure palliative per il troppo alto carico emotivo del seguire i malati nel fine vita.
Anche in quel periodo ci fu un “aiutino” sincronico e non coincidente. Da motociclista ebbi un grave incidente che mi provocò una perdita di forza al braccio sinistro irreversibile che rese impossibile la mia permanenza in sala operatoria. Il chirurgo non c’era e non ci sarebbe stato mai più ma tra i miei sentimenti non ci fu la disperazione. Mentre ero in ospedale sentii un’innaturale calma in me come se sapessi cosa avrei dovuto fare. Appena mi rimisi in piedi comprai una moto nuova e come accadde in passato mi feci trasportare dagli eventi della mia vita. Mi riavvicinai alle cure palliative per non andar più via.
Capii che i pazienti nell’ultimo periodo della loro vita avevano bisogno oltre che di farmaci anche di ascolto, empatia e presenza e trovai la mia strada definitiva nella medicina.
Sono marito e padre di quattro figli.
La scuola di Psicoterapia
Riza Psicosomatica
In questi anni milanesi mi sono fatto aiutare da psicoterapeuti per comprendermi meglio, per gestire i carichi emotivi del mio lavoro, per capire il senso di alcuni miei comportamenti, per imparare a convivere con le parti di me che non mi piacevano. Poi attratto da quella professione mi sono imbattuto nella scuola di psicoterapia Riza Psicosomatica che non è solo una scuola ma una metodologia di pensiero e che ha risposto alle domande che avevo insolute dentro di me.
Così mi sono formato con i loro insegnamenti e le voci degli autori che hanno contribuito alla formazione di quel bagaglio.
Ho unito la mia storia medica alla psicoterapia e mi sono evoluto come “medico psicoterapeuta” .
Oggi mi sento pronto a dare il mio contributo agli altri ancora e di più.
Mi sono specializzato in terapia dell’ansia e degli attacchi di panico, nella gestione dei sintomi psicosomatici e nei disturbi del comportamento alimentare sia nella sfera dell’anoressia che dell’obesità.
MI occupo inoltre di terapia familiare e di coppia.
Per le mie competenze passate infine ho molti casi di pazienti in psicoterapia perché affetti da gravi malattie o perché legati a persone con gravi disturbi o deficit.
In questi anni di collaborazione con Riza ho avuto il privilegio di diventare uno dei loro docenti della scuola di psicoterapia ad indirizzo psicosomatico nonché formatore e supervisore dei nostri studenti.
Desideri iniziare un percorso di cambiamento?

Dicono di me
Aiuto Psicologico: perché richiederlo?
Convincersi di aver bisogno di un supporto psicoterapeutico sembrerebbe un percorso razionale.
Una disamina attenta ed oggettiva delle difficoltà che si incontrano nel vivere la propria vita, delle aree dove poter intervenire e magari delle dinamiche scatenanti il disagio che accompagna la propria esistenza. Dovremmo appoggiarci ad un professionista se ci sentiamo a disagio, se abbiamo difficoltà a percepirci, se viviamo un periodo difficile, se non ci sentiamo nella vita giusta, se facciamo fatica a costruire relazioni e rapporti.
In realtà la maggior parte delle volte i pazienti che giungono da me sembrano arrivati come spinti da una forza esterna a loro, un’energia profonda alla quale non ci si può opporre: la voce del loro Daimon che li spinge verso la loro naturale evoluzione, non ancora avvenuta per mille diversi motivi.
Nel percorso del sito troverai delle macroaree contenenti numerosi motivi, sintomi e disturbi che racchiudono altre numerose e frequenti motivazioni che spingono a intraprendere un percorso terapeutico.
Perché spesso rimandiamo l'andare dallo psicologo?
Spesso sentiamo una spinta profonda verso l’idea di avvicinarci alla psicoterapia per farci aiutare magari spinti da un evento, da un sintomo, da un disagio; altre volte tale idea nasce dalla nostra capacità razionale che ci esamina e ci trova in difficoltà.
Spesso però alcuni retaggi culturali, un piccolo ma profondo senso di vergogna, il ritenere che andare in psicoterapia rappresenti una “sconfitta”, ci convince ad abbandonare questo percorso.
Quante volte mi sono sentito dire ”mica sono fuori di testa”, “posso farcela da solo”, “devo dimostrare a me stesso di avere le risorse per superare l’ostacolo”, come se andare in psicoterapia fosse l’opposto di tutto ciò.
Invece, bisogna pensare che lo psicoterapeuta non vive la nostra vita al nostro posto e tutti i risultati raggiunti saranno proprio nostri e l’ostacolo sicuramente superato con le nostre forze.
Peraltro se abbiamo un sintomo fisico andiamo dal medico e non ci curiamo da soli. Se abbiamo fame e non abbiamo cibo andiamo dal salumiere e non andiamo a caccia e a coltivare grano. Se ci si rompe la macchina andiamo dal meccanico e non ci mettiamo a smontare il motore della nostra vettura. Se qualcuno ci minaccia chiamiamo la polizia e non ci facciamo giustizia da soli.
Perché invece per tutti i sintomi della sfera psicologica, che sono molto più frequenti di questi esempi, non andiamo dallo specialista? I sintomi psicologici e psicosomatici spesso ci accompagnano per anni rendendo la nostra vita più difficile di come potrebbe essere, rischiando di restare lì e di accompagnarci anche per una intera esistenza.