La nostra vita spesso è vissuta di corsa. Soprattutto nella fascia centrale dai trenta ai sessant’anni è molto comune che sia così.
Il lavoro assorbe tutto il tempo?
Quasi tutti i lavori tendono ad essere calamitanti. Aumentano le responsabilità, la nuova cultura del lavoro prevede che ogni mansione abbia una responsabilità e degli obiettivi da raggiungere e ciò rende gli impegni e le ore dedicate in aumento. Senza contare i lavori dei liberi professionisti o dei partita iva in cui il guadagno è proporzionale al tempo dedicato al lavoro che rende l’impegno sempre maggiore alcune volte per sopravvivenza, altre per bramosia ma il risultato è lo stesso. Poi ci sono i lavori di servizio in cui magari si risponde ad una richiesta di bisogno e magari a fare quel lavoro ci sono meno persone e quindi il tempo diviene sempre meno e sempre più prezioso.
Gli impegni familiari: figli, casa e relazioni
Poi c’è il resto della vita. Ad esempio i figli con i loro numerosi impegni: la scuola, lo sport, gli strumenti musicali e a volte anche le terapie riabilitative e perché no il gioco e lo svago. Poi c’è la casa: la spesa, la pulizia, la preparazione della cena e i vari impegni correlati. Poi c’è la vita di relazione come, ad esempio, le necessità familiari come quelle di genitori anziani, che spesso sono davvero impegnative. Poi ci sarebbe la cura di noi attraverso lo sport, la palestra, la cura del corpo e magari gli impegni legati alla nostra salute.
Poi teoricamente dovremmo mangiare, dormire, lavarci e assolvere alle nostre funzioni fisiologiche. In tutto questo per molti di noi c’è la sensazione che la giornata dovrebbe essere di trenta ore almeno, forse anche di più.
Cosa ci manca davvero quando il tempo scarseggia
In questa corsa il tempo da dedicare al piacere è sempre troppo poco. La vita di coppia, ad esempio, con un tempo di qualità per uscire insieme, fare delle cose, fare l’amore bene e non di corsa perché stanchi alla sera e sempre meno. E poi ci sarebbe il tempo per la nostra cultura e il nostro arricchimento (musei, libri, corsi universitari).
E infine il tempo per guardarci dentro e conoscerci? Per provare emozioni e sentirci?
Le conseguenze psicologiche della mancanza di tempo
Nella realtà i tempi per il lavoro, i figli, i doveri familiari e casalinghi e i bisogni fisiologici basici sono poco riducibili. Si può dormire di meno, spesso l’insonnia è un quadro comune in queste situazioni, come se non si riuscisse a rallentare quando ci si mette a letto e il razionale non accenna a spegnersi e forse non lo permette. Ci si addormenta tardi e ci si sveglia presto.
E allora quali attività si possono tagliare? Le relazioni di coppia stabili come il matrimonio, il sesso, la cura di noi e sicuramente lo sguardo interiore.
Queste rinunce sembrano semplici da prendere perché si pensa che mio marito o mia moglie capirà, che il sesso meglio poco ma buono, che ai musei si può andare un’altra volta. Una disdetta in palestra non mi provoca nessuna sofferenza, il libro lo leggerò questa estate in vacanza e non ho bisogno di riflettere su me stessa, io so come sono fatta.
Le trappole invisibili della vita frenetica
Queste sono le trappole del tempo carente, che al momento non generano problemi, ma con il passare del tempo, episodio dopo episodio, goccia dopo goccia riempiono il vaso del disagio che, ad un certo punto, inizia a versare fuori questo liquido.
Arriva a questo punto l’ansia, lo stress, i problemi coniugali, il burnout e tutti i sintomi correlati.
Sembra molto più semplice guadagnare tempo rinunciando alla “futilità” del nostro benessere o di quello della persona vicina a noi che tanto ci ama e capirebbe che tagliare un pezzo del lavoro o un’attività del figlio o la cura della casa.
Ma giorno dopo giorno si accumulano disagio e frustrazione che ad un certo punto diventano vie senza ritorno.
Le soluzioni
Per non accorgersene quando è troppo tardi bisogna adottare da subito strategie lungimiranti.
La natura in questo insegna. La leonessa che deve cacciare anche per i propri cuccioli, dopo aver cacciato mangia per prima. Non perché sia egoista quanto perché sa bene che se non mangiasse abbastanza non avrebbe le forze per cacciare nuovamente e i cuccioli inevitabilmente morirebbero.
Alcune volte diamo per scontato che certi impegni non si possano ridurre, dobbiamo imparare a scegliere non solo con il razionale e con ciò “che sembra logico”, ma anche con l’istinto. Ascoltare la voce del corpo quando ci consiglia di non fare una cosa, con le nostre sensazioni che ci guidano con il disagio o il benessere come conferma dello sbagliato e del giusto.
Non sempre le cose che sembrano importanti lo sono e viceversa. Impariamo a invertire la nostra tendenza. Se viviamo una vita nella quale non ci sentiamo a nostro agio evidentemente deve cambiare qualche cosa in noi. I grandi cambiamenti iniziano con un piccolo e apparentemente insignificante frammento. Pensiamo quale potrebbe essere nella nostra vita quel frammento.