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inquinamento interiore la forza di sognare e agire

Inquinamento interiore: la forza di sognare ed agire

Spesso negli ultimi anni ci imbattiamo in articoli e servizi riguardanti il cambiamento climatico con tutti gli eventi drammatici, che si susseguono nel mondo.
Gli incendi in California, i vari alluvioni, le variazioni di temperature e così via.
Il mondo sta andando in rovina e, a detta di molti esperti, non manca molto al collasso, c’è addirittura chi parla di un secolo al massimo. Quindi non noi, forse non i nostri figli, ma i nostri nipoti certamente saranno a rischio.


In tutto questo quadro abbiamo il presidente eletto degli stati uniti che propone di aumentare la spesa percentuale del PIL per la difesa e quindi per la guerra al 5%, e punta a comprare, o invadere la Groenlandia per sfruttarne le risorse.
Ma anche da noi si disbosca per cementificare allo scopo di fare business. In qualche modo l’essere umano di oggi non sembra accorgersi della gravità del problema, pensa all’oggi e ogni giorno di oggi inquinante, sono anni di vita futuri in meno da vivere.

La domanda che sorge spontanea è: come facciamo a non vedere, come possiamo autodistruggerci senza preoccuparci del destino, non solo delle generazioni future (che potrebbe essere un concetto troppo filosofico), ma dei nostri nipoti.

Come possiamo non ascoltare la voce degli scienziati, che in questo campo sono concordi ad avvisarci e come possiamo non avere una coscienza.

Perché fuggiamo dai problemi?

Ebbene, la mente umana spesso scappa dai pensieri negativi, li rimuove. Tutto ciò che è paura spinge a fuggire via. Certo, scappare non risolve mai il problema nel lungo termine, ma ci mette in salvo nel breve. Se la mia casa è costruita in un luogo dove ci sono spesso terremoti e non è una casa antisismica, ho due modi di gestire il problema: la ricostruisco in maniera che sia antisismica con grandi spese e sacrifici, ma con la tranquillità, che non mi cada sulla testa; oppure ogni volta che c’è una scossa tellurica scappo via e poi ci rientro appena finita e spero che vada tutto bene senza pensarci troppo, in fondo, direi, è la vita, io non ci posso fare granché.
Spesso la mente umana affronta i propri problemi e le proprie limitazioni così. Non è un problema mio, oppure la situazione è troppo grande per essere risolta da me. Sono cose di cui si devono occupare altri. Tanto io non ci posso fare nulla.

La psicologia dell’inazione

Stamattina una paziente mi ha chiesto di sospendere la psicoterapia adducendo come motivazione il fatto che, per cambiare, ci vorrebbe troppo tempo e troppe energie, e non ci sarebbe neanche la sicurezza di riuscirci. Tanto vale rimanere così e andare avanti.
Ormai la mia vita è questa! Mi ha detto.
Questi sono alibi! Non vanno combattute le battaglie che si possono vincere, vanno combattute le battaglie che devono essere combattute.

La chiave del cambiamento: i piccoli passi

I cambiamenti, anche i grandi cambiamenti, cominciano da piccoli movimenti individuali, singoli, che poi diventano della collettività e quindi più ampi.
Nella nostra vita accade il medesimo movimento, ci sono delle forze negative, stolte e con una visibilità limitata come le paure, gli eventi del passato, che rendiamo attuali, la bassa autostima e in genere la visione razionale. Ci sono poi delle forze positive che sono lungimiranti, rispettose, etiche e quindi sane. Al nostro interno avviene l’eterno conflitto che vediamo nel mondo: tra coloro che sono “illuminati” e coloro che sono “spenti”.
In effetti gli illuminati sono coloro che sono riusciti ad entrare in contatto con la loro parte sana e positiva, mentre gli spenti sono coloro che ancora, non sono riusciti ad arrivare e vivono immersi nel presente, nelle forze negative e nella visione totalmente razionale.
Il mondo sta morendo perché il lato spento, in questo momento, domina su quello illuminato e la vita di molti di noi, spesso, è costellata di ansia e disagio perché la parte spenta ha una posizione dominante.
Il grande segreto è però che possiamo cambiare, possiamo dare luce al nostro lato spento e una volta illuminati dare luce agli spenti intorno a noi.
È la luce la custode della nostra speranza sia come singoli individui e in un’ottica più ampia come specie. Dobbiamo avere la forza di sognare e inseguire i sogni, dobbiamo stare con i singoli cambiamenti, dobbiamo essere ecologisti nella nostra piccola vita, nelle nostre abitudini e nella nostra mente. Dobbiamo piantare cultura e speranza dentro di noi, grazie alla conoscenza e all’informazione; dobbiamo difendere ciò che dentro di noi si sta estinguendo, grazie al ricordo e alla tradizione; dobbiamo sviluppare progetti innovativi avendo il coraggio di inseguire i nostri sogni a cavallo dei nostri talenti; dobbiamo investire sulla forza lavoro credendo fermamente in noi e magari… questo vecchio e stanco mondo, si potrebbe anche salvare e con lui le nostre vite e quelle dei nostri cari.

Dott. Fulvio d'Ostuni

Mi chiamo Fulvio d’Ostuni e sono un medico psicoterapeuta. Ho un passato da chirurgo, perché ero fermamente convinto che un chirurgo potesse salvare più vite di un clinico. Poi un incidente in moto cambiò la mia vita. Grazie alla scuola di psicoterapia di Riza Psicosomatica ho unito la mia storia medica alla psicoterapia e mi sono evoluto come medico psicoterapeuta . Oggi mi sento pronto ancora di più a dare il mio contributo agli altri.

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