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dinamicità del cambiamento

La dinamicità del cambiamento

L’essere umano è dotato di grandi qualità ma spesso non riesce a servirsene.
Una di queste è la dinamicità. Il movimento è vita e la staticità per l’anima invece rappresenta lo spegnimento.
L’uomo è un individuo dinamico in ogni parte del suo corpo. Nel nostro vivere, anche quando siamo nel letto a dormire tutto si muove dentro di noi. Il cuore batte, il sangue scorre, le cellule si nutrono, nascono e muoiono, i muscoli si contraggono e la mente crea pensieri, immagini, sensazioni ed emozioni e non ultimo sogni.
Non siamo mai fermi eppure spesso la staticità si impossessa di una parte di noi, la parte razionale della nostra mente.
Spesso, per motivi sconosciuti, ci illudiamo che la stabilità sia il bene assoluto e associamo il concetto di stabilità a quello di immobilismo.
Una prova in cui spesso andiamo in difficoltà è proprio il rapporto con il tempo che passa ad esempio nel nostro corpo.
Il corpo cambia, si modifica, si trasforma, ma noi vediamo solo la parte in cui si dice che invecchia.
Da psicoterapeuta, ma anche da geriatra spesso nella mia carriera mi sono trovato a visitare pazienti il cui problema era il non comprendere ed accettare le modifiche che il proprio fisico voleva imporre ad una mente restia a comprendere il cambiamento.
La trasformazione in natura è un evento comune, semplice, un momento trasmutativo, di crescita e di scoperta e solo ad un occhio superficiale l’anticamera della morte.
Il non riuscire a fare cose che si facevano prima non significa abbandonare per sempre vecchi e graditi territori ma partire per un’avventura in cui se ne scoprono dei nuovi.

La storia di Martina, accettare il cambiamento fisico

La storia di Martina, una mia paziente di 62 anni che è in psicoterapia per una forma di depressione legata alla comparsa di dolori articolari che le impedivano di mantenere le sue vecchie abitudini. Martina per una vita era solita andare a correre per molto tempo, fare lunghe camminate. Amante della montagna ha girato il mondo per esplorare tutte le più alte vette del nostro pianeta.

Purtroppo, dice lei, una forma precoce di artrosi alle anche ha provocato dei dolori che compaiono dopo pochi minuti di cammino e che le impediscono di fare le sue passeggiate-corse-arrampicate.

Si è rivolta a vari medici ma l’unica soluzione è stata la protesi d’anca con tutte le limitazioni che tale intervento può causare. La protesi d’anca permette di camminare senza particolari problemi ma limita sulla corsa e sull’arrampicata. A Martina provoca comunque dolore alle anche se la passeggiata che sta facendo diventa qualcosa di più competitivo.
In terapia abbiamo lavorato sul riconoscere il cambiamento e devo dire con fatica.

Una notte ha fatto un sogno, ha sognato una farfalla che diventava bruco. La cosa l’ha colpita e ne abbiamo parlato in seduta. Abbiamo cercato di comprendere il messaggio che l’anima le stava cercando di sussurrare. Ad un certo punto Martina mi dice: “se la farfalla diventa bruco forse lo fa perché le serve essere bruco”.
Questa è una bella osservazione, sembra semplice ma rappresenta una grande verità.
Forse nella vita alcune volte ci serve trasformarci in qualcosa di funzionale al momento che stiamo attraversando, forse rimanere farfalle se dobbiamo andare nella terra non è funzionale, forse si può diventare bruchi e poi tornare ad essere farfalle quando serve.
Martina ha deciso di sedersi alla sua scrivania e ha iniziato a scrivere un libro in cui raccontare delle sue arrampicate, continua con le sue passeggiate e i dolori articolari si sono ridotti.
Ha sospeso i farmaci antidolorifici e le sue camminate si sono allungate senza divenire corsa. Lei ha trovato la risposta al suo cambiamento.
A volte fermarsi non è sinonimo di staticità.
Accettare il cambiamento che la nostra età ci porta vuol dire metterci in gioco scoprendo funzioni nuove che ci appartengono e non sapevamo di avere
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3 regole per accettare e abbracciare il cambiamento

Accettare il cambiamento, soprattutto fisico, richiede tempo e consapevolezza. Tuttavia, fermarsi non è sinonimo di staticità. Riconoscere e accettare le trasformazioni legate all’età ci permette di esplorare nuove potenzialità, scoprendo funzioni che non sapevamo di avere. Ecco tre consigli per affrontare questa fase con positività:

  • Osare inserendo nella nostra vita una nuova attività sempre sognata e mai fatta o completamente nuova;
  • Guardarci con occhi nuovi non quelli nostalgici del passato ma quelli del bambino che è in noi,
  • Porci la seguente domanda: che cosa posso fare oggi con quello che il mio fisico mi da?

Rispondiamo a queste tre domande e applichiamo le risposte alla nostra vita di tutti i giorni.
Martina ci insegna che nessun cambiamento arriva senza un motivo e il motivo è la nostra evoluzione.

Dott. Fulvio d'Ostuni

Mi chiamo Fulvio d’Ostuni e sono un medico psicoterapeuta. Ho un passato da chirurgo, perché ero fermamente convinto che un chirurgo potesse salvare più vite di un clinico. Poi un incidente in moto cambiò la mia vita. Grazie alla scuola di psicoterapia di Riza Psicosomatica ho unito la mia storia medica alla psicoterapia e mi sono evoluto come medico psicoterapeuta . Oggi mi sento pronto ancora di più a dare il mio contributo agli altri.