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cosa fare quando hai perso la strada (nella vita)

Cosa fare quando hai perso la strada (nella vita)

Stiamo camminando lungo un sentiero in un bosco, è una bella giornata, abbiamo camminato tutta la mattina in una specifica direzione, ci aspetta un rifugio con delle persone già arrivate perché partite in anticipo. Noi abbiamo scelto di partire dopo e di goderci una camminata in solitaria seguendo un percorso diverso, un percorso nostro con la voglia di esplorare e di stare da soli. Ci siamo costruiti una sorta di mappa, ci siamo costruiti il nostro piano d’azione e ci sentiamo sicuri delle nostre risorse.

Ci siamo fermati per mangiare un panino e bere un po’ di acqua e siamo ripartiti. Seguiamo una mappa e stiamo andando bene. Ogni tanto ci fermiamo vicino ad un grande tronco di un albero e poggiamo la mano sulla corteccia per sentire la vita che scorre, oppure ci fermiamo ad annusare un fiore per poi ripartire.

Il tempo passa e arriva una sensazione di lieve ansia dettata dal fatto che secondo la nostra tabella di marcia avremmo dovuto già essere al rifugio, e invece no.

Prendiamo il telefono per orientarci ma non prende e non possiamo utilizzarlo. Adesso l’ansia non è più lieve, temiamo di esserci persi. Proseguiamo a camminare e nel frattempo aumentiamo i nostri sensi alla ricerca di un punto di riferimento.

La mente inizia a a riempirci di domande angoscianti:

  • e se stessimo camminando da tante ore nella direzione sbagliata?
  • E se lungo la strada non avessimo preso il sentiero giusto?
  • Se la mappa fosse sbagliata?

Poi arrivano i giudizi: che stupido che sono stato a seguire la mia strada senza andare con loro!

Non sono capace neanche di seguire una mappa!

Sono un fallito!

E così ci troviamo dispersi in un bosco che non conosciamo, il tempo sta passando e il tramonto non arriverò tra molto tempo.

Se ci sorprendesse la notte non avremmo modo di rifugiarci, siamo a metà marzo e la notte fa freddo, inoltre non siamo attrezzati a trascorrere la notte, non abbiamo una torcia, né una tenda, ma neanche una giacca pesante, non abbiamo abbastanza acqua nè cibo.

Adesso siamo nel panico e improvvisamente decidiamo, invece di continuare a percorrere una strada che non ci con vince più, di fermarci e aspettare.

Facciamo dei bei respiri e aspettiamo un’ispirazione da parte della nostra anima.

Cosa fare? Attendere la nostra anima

Quando perdiamo la strada non serve a niente accumulare paure, non serve a niente giudicarci ma la cosa più giusta da fare è stare fermi ed attendere la giusta ispirazione della nostra anima.

Quando ci aspetta una decisione difficile come se fosse un grande bivio e noi ci sentiamo confusi spesso è più opportuno attendere e non decidere in attesa del momento opportuno.

La nostra anima ci porta verso il benessere e saprà indicarci la strada più funzionale per noi.

Dopo alcuni minuti in cui restiamo fermi nel bosco ci viene un’idea: davanti a noi c’è un grande albero facile da scalare perché pieno di rami spessi e bassi, sembra quasi una scala di legno, anche se non siamo i più agili del mondo possiamo salire e così ci arrampichiamo fino quasi alla cima.

Stando sull’albero vediamo qualcosa che da giù non avremmo mai potuto vedere.

Non molto lontano da noi sulla destra c’è del fumo, una colonna di fumo.

E’ certamente un rifugio o un fuoco di esseri umani, anche se non fosse la nostra meta sarebbe comunque la nostra salvezza e non sembra neanche tanto lontano, basta prendere il primo sentiero sulla destra e arriveremo lì in poco tempo.

Scendiamo con cautela e prendiamo la nostra nuova direzione.

Prendere una nuova prospettiva

Quando ci fermiamo mentre siamo fuori strada puntiamo sempre a cercare una nuova prospettiva che ci permetterà di guardare la nostra vita con uno sguardo diverso.

Spesso cambiando prospettiva la soluzione si palesa davanti a noi senza grandi difficoltà.

Il guardare la nostra vita dall’alto ci permette di apprezzare la reale dimensione dei nostri ostacoli, lo sguardo dell’albero!

Riprendiamo il nostro cammino e vediamo il fumo sempre più vicino, si tratta di un rifugio diverso dove veniamo accolti e rifocillati. Passeremo la notte lì, ci sono persone simpatiche ed accoglienti e domani troveremo la strada di casa.

Da lì inoltre riusciamo ad avvisare i nostri amici e tutto è sistemato.

Non sempre la nostra meta coincide con le nostre aspettative, alcune volte il meglio per noi si nasconde dove non credevamo.

La nostra anima conosce la via giusta, noi no.

Affidiamoci.

Se perdiamo la strada o se viviamo la sensazione di non trovare mai la strada magari chiediamo alla psicoterapia di accompagnarci, ma che sia una psicoterapia che ci conduca verso l’anima.

Lasciamoci guidare dalla sorpresa e dal nuovo, seguiamo le forze che ci abitano.

Questa metafora vorrebbe insegnarci a cercare il senso più profondo agli eventi che ci capitano, e anche di affidarci alle nostre risorsa interiori.

Anche nei momenti più difficili ci può essere una via di uscita a poca distanza da noi, basta guardare.

Dott. Fulvio d'Ostuni

Mi chiamo Fulvio d’Ostuni e sono un medico psicoterapeuta. Ho un passato da chirurgo, perché ero fermamente convinto che un chirurgo potesse salvare più vite di un clinico. Poi un incidente in moto cambiò la mia vita. Grazie alla scuola di psicoterapia di Riza Psicosomatica ho unito la mia storia medica alla psicoterapia e mi sono evoluto come medico psicoterapeuta . Oggi mi sento pronto ancora di più a dare il mio contributo agli altri.