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Alla ricerca di noi stessi: un nuovo grande viaggio verso l’autoconoscenza

Prendiamo un piccolo zaino e mettiamoci dentro degli oggetti fondamentali per intraprendere un nuovo viaggio.
Che ci metteresti? Prepara una bella lista e tienila con te, io ti mostro la mia.

Ascolto profondo: occhi, orecchie, naso, palato e tatto

Gli occhi per guardare ma non gli occhi superficiali, non quelli che ci permettono di guidare l’auto o guardare un programma televisivo. Ci servono gli occhi del profondo, quelli capaci di scrutare uno sguardo di un bambino, quelli capaci di leggere una preoccupazione che una persona cara non ci vuole confessare, quelli che davanti ad un piccolo bosco non vedono tronchi e foglie ma vedono la vita e il suo pulsare.

Ci servono le orecchie, non quelle che ascoltano una riunione di lavoro o la radio mentre andiamo a lavoro. Ci servono le orecchie che sentendo le urla divertite di bambini in un parco giochi sanno emozionarsi, quelle che passeggiando per un sentiero di collina ascoltano il passo di un animale che spezza un rametto di legno calpestandolo, quelle che sanno percepire il richiamo di aiuto di nostro figlio mentre teme di perdersi davanti ad una vita che diventa maggiore.

Ci serve il naso, non quello che percepisce la puzza di smog nel centro città, né quello che si inebria davanti ad una grigliata mista ma quel naso che percepisce quando una nuova conoscenza è buona o cattiva per noi. Quel naso che sa percepire un pericolo che arriva da lontano, l’olfatto antico dei lupi che ci appartiene e che ci fa sentire come sappia di buono il muschio di una crescita nuova.

Ci serve il palato, non quello che riconosce i gusti di un gelato, neanche quello che apprezza una pasta al pomodoro, ma quello che in un bacio appassionato comprende se quella persona ci ama davvero. Quel palato che percepisce il fresco dell’acqua di un torrente di montagna e sa riconoscere una sorgente da una pozza stagnante in ogni stagione e situazione della vita.

Ci serve il tatto. Non quello che riconosce il freddo dal caldo o che schiaccia i tasti di un computer, ma quello che percepisce le rugosità sul bastone della vita, quello che ci fa tenere aggrappati ad una maniglia quando tutto sembra farci cadere, quello che al contatto con la corteccia di un albero percepisce lo scorrere della linfa e quindi della vita e quello che sfiorando la pelle liscia della persona al nostro fianco percepisce amore.

Ma non basta, per il nostro grande viaggio servono degli oggetti che possano aiutarci ad arrivare fino in fondo.

Gli strumenti per il viaggio: direzione, luce e ascolto

Una torcia per illuminare i punti più bui e non rischiare di perdersi per sempre. Una luce che non si spenga mai e che sia sempre con noi, ognuno scelga la sua.

Un libro per avere una direzione. Il libro giusto che possa essere per noi come la mappa del tesoro e possa farci entrare nella dimensione della nostra anima. Il tuo qual è?

Un amplificatore acustico o uno di quei vecchi cornetti acustici che si usavano cento anni fa, in giro ancora se ne trovano.

Servono per ascoltare il richiamo dell’anima. L’anima parla così sottovoce da non riuscire a sentirla, noi dobbiamo amplificare la nostra capacità di ascolto. Quando riusciremo a percepirla lei ci indicherà la via per arrivare alla fine del nostro viaggio.

Un accendino serve sempre. Non per fumare, fa male. Ma perché se dovessimo trovarci in un luogo freddo e buio, senza essere riusciti ancora a trovare la strada, dobbiamo fermarci ad aspettare che il freddo passi e il buio si esaurisca e allora l’unica soluzione è quella di fermarci, non scegliere nessuna strada che se fosse sbagliata potrebbe portarci lontani dal nostro obiettivo, accendere un piccolo fuoco e scaldarsi.

Nei momenti difficili della vita, non bisogna prendere decisioni, quando si è confusi, arrabbiati, spaventati, come quando ci si perde nell’oscurità e nel freddo. Bisogna fermarsi e trovare il nostro angolo di riparo, accendere il nostro fuoco e aspettare. L’attesa è un’arte e magari proprio in quei momenti più difficili riusciremo a percepire la voce dell’anima e le sue indicazioni.

Una penna e un foglio. Bisogna essere sempre pronti a comunicare, a lasciare un segno del nostro passaggio, a mandare un messaggio di aiuto o di speranza, a dire qualcosa di importante e che non abbiamo mai detto, ad esempio alla persona più importante della nostra vita.

Un sacchetto dentro cui mettere qualche ricordo raccolto e trovato durante il nostro cammino che ci permetta, una volta tornati a casa, di ricordare per sempre la nostra grande avventura che ci ha cambiato la vita.

Un diario dove scrivere i nostri ricordi, solo nostri e solo per noi. I nostri segreti: l’anima si nutre di segreti.

Il viaggio verso il sé, il potere dell’autoconoscenza

Adesso siamo pronti per il nostro grande viaggio, un’esperienza che può cambiare la nostra esistenza. Se imparassimo a conoscerci veramente tante cose cambierebbero in meglio della nostra vita, delle nostre relazioni, delle nostre ansie e dei nostri disagi. Se imparassimo ad ascoltare la nostra anima sapremmo sempre che direzione prendere e andremmo spediti e sereni verso il nostro compimento…cosa chiedere di più alla vita?

Vieni con me e facciamo insieme questo grande viaggio.

Se ti va mandami il tuo elenco, sarà un’interessante scoperta conoscerlo e condividerlo.

Dott. Fulvio d'Ostuni

Mi chiamo Fulvio d’Ostuni e sono un medico psicoterapeuta. Ho un passato da chirurgo, perché ero fermamente convinto che un chirurgo potesse salvare più vite di un clinico. Poi un incidente in moto cambiò la mia vita. Grazie alla scuola di psicoterapia di Riza Psicosomatica ho unito la mia storia medica alla psicoterapia e mi sono evoluto come medico psicoterapeuta . Oggi mi sento pronto ancora di più a dare il mio contributo agli altri.

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