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gastrite nervosa come riconoscerla

Gastrite nervosa, come riconoscerla e capirla

Vivere situazioni indigeste che non riusciamo a “mandare giù”.

Il cibo che ingeriamo è ricco di significati simbolici: se viene cucinato dalla persona amata è carico di dolcezza e di affetto. Se mangiato in compagnia di un nemico può essere condito d’odio. Se proviene dal nostro paese d’origine, può rivelarsi digeribilissimo e squisito perché ci riporta a contatto con le nostre radici. Se appartiene a una tradizione sconosciuta può bloccarsi nello stomaco per ore e ore. Insieme al cibo, noi ingeriamo le atmosfere che ci circondano, le persone con cui mangiamo, i significati culturali e ritualistici degli alimenti che troviamo nel piatto.

La gastrite e la realtà

Per questo motivo la gastrite rappresenta la realtà che si scontra con l’interiorità. In particolare, esprime il desiderio di portare dentro, di incontrare intimamente qualcuno o qualcosa di cui si ha voglia ma che, contemporaneamente, contiene elementi sentiti come pericolosi.

Se non si riesce a risolvere questi conflitti, si crea una grande frustrazione, che a sua volta dà origine a rabbia e aggressività espresse solo parzialmente. Esprimere la propria contrarietà infatti è pericoloso, l’altro potrebbe non accettarci più, così il gastrico tiene dentro e scarica sul suo stesso stomaco tutta la tensione accumulata.

Gastrite e realtà
Gastrite e realtà

I sintomi della gastrite nervosa

I sintomi parlano chiaro: il bruciore è il fuoco interiore che arde inespresso; i dolori, spesso in forma di crampo, esprimono il disagio per non riuscire a manifestare se stessi in modo pieno; la nausea è un rifiuto della situazione; Il vomito è un dichiarato rigetto; l’inappetenza con la classica chiusura di stomaco denota l’indisponibilità ad accettare più di quello che già si è accolto; il senso di tensione gastrica indica lo stato di allerta; la digestione lunga e laboriosa esprime la tenacia, ma anche la difficoltà nell’accettare il cibo-ambiente che ci circonda; le eruttazioni sono il borbottio e il disappunto che esprimiamo in forma assai tortuosa.

Chi soffre di gastrite?

Spesso gli adulti, all’interno di una famiglia o di una situazione statica, dove non si sentono fino in fondo legittimati.

La gastrite compare quando stiamo vivendo delle situazioni che in fondo non vorremmo vivere di tipo lavorativo, sentimentale, o sociale, insomma quando non riusciamo ad esprimere un sentimento che abbiamo dentro.

Quando siamo obbligati a mandare giù continuamente bocconi amari, o quando il fuoco della rabbia giace inespresso dentro di noi senza trovare una naturale via d’uscita e restando nello stomaco brucia le pareti dello stomaco fino a distruggerle.

Spesso soffrendo di gastrite ovviamente ci facciamo visitare, ci sottoponiamo a gastroscopie, a lunghe terapie, ma poi alla fine scopriamo che non cambia mai nulla che queste terapie ci possono dare sollievo, ma non risolvono mai definitivamente il problema.

Tanti miei colleghi medici ignorano il problema e ritengono che la causa sia da cercare all’interno di ciò che mangiamo da come è fatto il nostro stomaco da dove si trova la linea di confine tra esofago e stomaco, ma la realtà spesso è ben diversa.

Dobbiamo accettare l’idea che spesso i sintomi che arrivano nel nostro corpo sono un segnale simbolico di un malessere psicologico.

Sia chiaro alla comparsa di un sintomo nuovo mai incontrato è giusto confrontarsi con un medico e farsi visitare, ci sono molte malattie che esordiscono con sintomi gastroenterici, ma di pari passo ad un percorso medico di accertamenti è importante procedere con un percorso psicologico di conoscenza di sé.

I disturbi gastrici oggi

I disturbi gastrici sono una rappresentazione dei nostri tempi, sono estremamente diffusi e complessi da risolvere. Sicuramente hanno una relazione con ciò che mangiamo e beviamo, con dei prodotti sempre meno naturali e più adulterati. Hanno inoltre una relazione con lo stress in aumento, il fumo, la qualità dell’aria. Sono tutti fattori predisponenti e aggravanti. Forse, però, sarebbe importante associare questo disturbo al peso psicologico che la tipologia di vita di oggi provoca.

L’anima sussurra, cerca contemplazione, ha bisogno del nostro sguardo interiore, non conosce il tempo, appena arriva la prepotenza si ritrae. La parola anima in greco significa “soffio” e tali parole rendono bene il senso di labilità, delicatezza e anche fragilità.

Sia chiaro l’anima non è debole ma fragile è la sua voce e se la sua voce smette di essere ascoltata da noi compaiono i malesseri e i disturbi, compresi i sintomi psicosomatici.

Se ci guardiamo intorno il mondo non rispetta nessuno dei canoni appena descritti, sembra una società fatta apposta per contrastare l’anima, tacerla, schiacciarla. Ma non guardarci dentro, farci andare bene un mondo diverso anni luce da noi porta delle conseguenze.

Mandiamo giù, mandiamo giù un boccone amaro dietro l’altro, sentiamo il peso della distanza che si poggia sull’epigastrio e si fa sentire giorno dopo giorno. Preferibilmente i cambi stagione perché sono i momenti in cui aumenta la voglia di cambiamento e quindi la sensazione di distanza da quello che siamo e quello che dovremmo essere se ci lasciassimo condurre dall’anima.

La terapia della gastrite prevede diete, farmaci, sciroppi, ma è importante inserire nell’elenco delle terapie l’ascolto, la conoscenza di sè, l’attivazione dello sguardo interiore e magari un percorso psicoterapeutico.

Prendiamoci cura di noi.

Dott. Fulvio d'Ostuni

Mi chiamo Fulvio d’Ostuni e sono un medico psicoterapeuta. Ho un passato da chirurgo, perché ero fermamente convinto che un chirurgo potesse salvare più vite di un clinico. Poi un incidente in moto cambiò la mia vita. Grazie alla scuola di psicoterapia di Riza Psicosomatica ho unito la mia storia medica alla psicoterapia e mi sono evoluto come medico psicoterapeuta . Oggi mi sento pronto ancora di più a dare il mio contributo agli altri.

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