L’autunno è l’unica stagione dell’anno che è seguita da un periodo ancora più oscuro, l’inverno. Viene dopo l’estate dove il gioco, la distrazione, la natura e il nostro corpo mandano segnali di positività. Dal punto di massimo calore e colore, dalla vetta dei piaceri, della tavola, del sesso, del gioco, dell’aver messo da parte per un periodo di tempo i problemi, le preoccupazioni, il lavoro, le criticità della nostra vita si inizia un percorso di lenta e progressiva discesa verso il buio e l’oscuro.
Autunno e depressione: perché?
Le stagioni hanno un significato simbolico e l’autunno come l’inverno rappresentano una fase crepuscolare di interiorizzazione, in cui ci si deve confrontare con i nostri lati ombra, dove bisogna trovare dentro di noi la forza di andare avanti e crescere per prepararsi nel migliore dei modio ad una nuova alba.
D’altro canto senza la sera e la notte non esisterebbe l’alba e poi la mattina.
Con l’avvento dell’autunno si torna a riaffrontare la routine di una vita solita, si ritorna al lavoro, spesso si devono fare i conti con le spese affrontate, i rapporti sentimentali nello stress post vacanza possono trovare rinnovate difficoltà, le giornate si riempiono di impegni e contemporaneamente si accorciano e raffreddano. L’autunno è l’anticamera dell’inverno, del freddo, dell’isolamento.
La natura insegna che durante l’autunno c’è bisogno di protezione. Alcune piante si chiudono e perdono le foglie e molti animali vanno in letargo, rallentano il loro battito cardiaco, smettono di mangiare e aspettano la primavera. Ma come vedremo quest’abuso frase appena scritta potrà essere reinterpretata e riscritta, ma rimanendo in questo ragionamento se l’autunno e inverno richiedono protezione viene da chiedersi una cosa: e chi non ha nessuno che lo protegga, neanche se stesso?
- Chi ha abbandonato l’illusione della festa per sentirsi solo e senza via di uscita?
- Chi si ritrova di fronte a dei problemi accantonati che nel frattempo sono cresciuti?
- Chi ha paura del buio?
Può vivere una fase di deflessione dell’umore che può sfociare in depressione e a questo punto arrivano i sintomi.
Tristezza autunnale
Arriva il senso di profonda tristezza, l’assenza di voglia di fare qualsiasi cosa, il senso d’inadeguatezza, la stanchezza che non passa mai, il pianto frequente, la perdita della libido, l’aumento o l’opposto perdita del sonno, il calo o l’opposto aumento dell’ appetito.
I sintomi possono essere tanti e di ogni tipo compresa l’ansia e gli attacchi di panico.
La depressione autunnale in realtà non è una sindrome nuova è uno stato slatentizzato, che probabilmente era già presente nella mente del paziente ma che “esplode” proprio con l’avvento dell’autunno in parte come abbiamo visto prima a seguito del cambio netto stagionale e in parte per la conformazione tipica delle stagioni oscure.
Può anche avere una pura connotazione stagionale ma solamente perché si adotta la strategia meno adeguata per affrontarlo.
Questa sindrome non deve essere affrontata andando in letargo e neanche chiudendosi perdendo le foglie ossia delle parti di noi ma deve essere affrontata con l’aiuto della psicoterapia.
Aspettare non risolve i problemi li mantiene in vita e spesso in crescita. Più tempo aspettiamo ad affrontare i nostri scheletri e più grandi diventano e ancora più difficile sarà il lavoro per riconoscerli e renderli una parte di noi, una parte preziosa.
Mood autunnale: uguale per tutti?
Ognuno di noi ha un modo diverso di reagire naturalmente all’autunno. C’è chi punta al letargo, chi perde delle foglie per rimanere in vita, ma c’è anche chi fiorisce, chi aspettava il freddo e il buio per vivere meglio, ognuno di noi è fatto in maniera diversa ed ha le proprie soluzioni.
Spesso un problema della nostra società è il cercare di essere tutti uguali e omologati, il cercare di assomigliare mentre in natura sappiamo che l’autunno e l’inverno sono assai diversi per ogni essere vivente.
Il tulipano non è un ciclamino e una rosa non è una stella di Natale, una magnolia non è un abete e un ciliegio non è una quercia. Un orso non è un lupo e uno scoiattolo non è Iberian Husky.
E allora perché ogni persona non può vivere il proprio freddo in maniera diversa?
Depressione autunnale: rimendi
La mia psicoterapia punta a ritrovare i propri argomenti di unicità, permette di riconoscersi per quello che si è, riconoscere i propri talenti e accogliere i nostri lati ombratili.
Un abete non è felice nel mese di luglio, il mio pastore tedesco odia il caldo, il ciclamino muore ai primi caldi e non direi che il ciclamino non faccia parte della categoria fiori come il tulipano o la rosa.
L’autunno non è una stagione oscura e non precede un lungo e freddo inverno per concludere. L’autunno è una grande opportunità: quella di scoprire una nuova parte di noi, di sperimentare dei nuovi confini, di entrare in contatto con energie sconosciute che sono sempre in noi e che possono sostenerci se correttamente direzionate.
Dobbiamo sapere vivere ogni stagione della nostra vita facendoci sorreggere dalle energie che ci popolano e che cambiano in ogni periodo. Dentro di noi vi sono illimitate risorse e non bisogna pensare di essere monotematici o monostagionale.
Dobbiamo accettare la nostra poliedricità e allo stesso tempo accettare con umiltà e sapienza che in certe “stagioni” della nostra vita si possa pensare di chiedere un aiuto per ritrovare il nostro equilibrio dinamico e percepire uno stato di benessere.