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disturbi psicosomatici

I disturbi psicosomatici

L’uomo è un connubio tra corpo e mente, un sistema complesso dove la mente guida con la volontà parte del corpo ma non certo l’interezza. La maggioranza delle funzioni fisiche dell’uomo non rispondono alla coscienza ma sono autonome e si autoregolano in numerose funzioni. (Da qui la definizione di sistema nervoso autonomo)

Peraltro anche la mente umana non è solo la coscienza ma anche inconscio, istinto e sentimento.

Il risultato è che l’uomo è un individuo complesso in cui il corpo e la mente con tutte le sue “articolazioni” creano un equilibrio dinamico e complesso.

La medicina antica, molto più saggia di quella moderna, ha sempre interpretato le malattie come squilibri interni complessivi, la medicina dell’antichità era interamente psicosomatica per tutte quelle patologie che non erano direttamente provocate da un trauma.

Nei millenni successivi la medicina è cambiata, presso le nostre università il corpo è diventato più simile ad un macchinario, come se fosse un’automobile o un pendolo fatto di ingranaggi. Ogni guasto ha iniziato ad avere una motivazione fisica e una risoluzione meccanica. Non solo la chirurgia ma anche la farmacologia si sono arrogate il diritto di risolvere ogni problema con un taglio o una pillola perdendo di vista la nostra complessità, unicità e unione di tante parti diverse tra loro ma tutte vive e pulsanti.

Quasi ogni patologia ha ormai un’origine e una cura e anche quelle definite non curabili e ad origine ignota fanno parte della categoria di patologie da causa fisica ma ancora non conosciuta.

Le malattie psicosomatiche

Solo quando una persona si ammala di un disturbo che presenta accertamenti negativi allora si parla di malattia psicosomatica restringendo il campo a poche situazioni.

Anche le malattie come ansia, panico e depressione tendono a “vincere” prescrizioni farmacologiche che in alcuni casi potrebbero essere evitate.

L’approccio più corretto di fronte ad un sintomo è sicuramente quello di rivolgersi ad un medico ma nello stesso tempo se il sintomo non si risolve velocemente pensare anche ad un colloquio psicoterapeutico per capire se sia il caso di affiancare il percorso psicoterapeutico a quello medico.

Malattie psicosomatiche

Che cosa può significare un sintomo psicosomatico?

L’inconscio ci parla attraverso le immagini e i simboli e ci parla per indicarci la direzione. Come diceva Hillman dentro di noi vive un Daimon che ci conduce verso la nostra realizzazione e per comunicare con noi ci manda segnali, come sogni, immagini a occhi aperti e impulsi. Ma se continuiamo a non ascoltarlo cosa farà per attirare la nostra attenzione?

Fa comparire un sintomo, un sintomo correlato ad un significato simbolico a sua volta connesso a noi, ad un nostro bisogno, un nostro complesso o una parte di noi che deve evolvere.

Facciamo qualche esempio molto generico che pertanto non deve essere necessariamente così ma solo a scopo didattico:

  • Il mio problema è il controllo su tutto mi ammalo di attacchi di panico, oppure non riesco ad esprimere la mia rabbia e sono solito mandar giù costantemente bocconi amari e mi viene la gastrite, non voglio ascoltare qualcosa e soffro di otiti ricorrenti.
  • Ho un problema con il fare e compaiono dolori al braccio, devo liberarmi di qualcosa dentro di me che mi fa star male e soffro di diarrea, devo smettere di ascoltare certi pensieri dentro di me e soffro di acufeni e potrei continuare senza fermarmi più.

La nostra unicità è la nostra forza e ognuno di noi almeno una volta nella vita ha avuto un sintomo psicosomatico questo non vuol dire che tale sintomo non possa essere curato anche con dei farmaci ma il nostro dovere per prenderci cura di noi stessi è interrogarci sul sintomo e magari confrontarci con chi ci possa aiutare a capire.

Il buonsenso deve appartenerci ciò vuol dire che la comparsa di una malattia e di un sintomo deve farci parlare con un medico, ma allo stesso tempo farci aprire al nostro Daimon, non escludere a priori che possa esserci qualcosa dentro di noi che abbia bisogno di ascolto.

Un esempio di terapia psicosomatica

Una mia paziente una donna di oltre cinquant’anni maniaca dell’ordine e della pulizia, sposata ad un uomo importante di un alto livello sociale con una famiglia perfetta improvvisamente sviluppa degli attacchi di diarrea violenta che in alcuni casi non le permettono neanche di arrivare nel bagno di casa.

Comincia a non vivere, non esce più di casa, annulla completamente la sua vita sociale e si sottopone a decine di visite da medici diversi e ogni tipo di esame strumentale tutti risultati negativi.

La incontro e la stimolo a immaginare una donna d’altri tempi, una figura alternativa a lei. Lei immagina una strega cattiva, vestita di nero. Le metto in contatto e chiedo alla donna di immaginare di portare con lei questa strega in tutte le cose che fa e improvvisamente dopo alcune sedute il sintomo diarrea scompare.

Quali sono stati gli esiti?

Questa donna era troppo perfetta, troppo controllata. Doveva entrare in contatto con la donna disordinata, diversa, opposta. Tutti noi abbiamo delle parti ombratili al nostro interno che non amiamo ma che dobbiamo accettare, quelle parti che ci fanno fare cose di cui magari ci pentiamo ma che in qualche modo ci appartengono.

La diarrea in quella paziente aveva la funzione di sporcare. Una volta che la paziente ha ammesso di avere dentro di sè una parte oscura non c’era più bisogno che il suo Daimon la sporcasse e il sintomo ha perso la sua funzionalità. Ha smesso di essere maniaca del pulito e dell’ordine e si è concessa dei momenti per sè e così è andata nella direzione del suo Daimon.

Ascoltiamoci e prendiamoci cura di noi stessi. Non dobbiamo avere paura delle malattie e dei sintomi da esse provocati che spesso sono degli alleati che hanno una funzione evolutiva per noi. Avviciniamoci alla medicina psicosomatica e facciamoci aiutare da psicoterapeuti formati e competenti che possano accompagnarci nel percorso di cura.

Dott. Fulvio d'Ostuni

Mi chiamo Fulvio d’Ostuni e sono un medico psicoterapeuta. Ho un passato da chirurgo, perché ero fermamente convinto che un chirurgo potesse salvare più vite di un clinico. Poi un incidente in moto cambiò la mia vita. Grazie alla scuola di psicoterapia di Riza Psicosomatica ho unito la mia storia medica alla psicoterapia e mi sono evoluto come medico psicoterapeuta . Oggi mi sento pronto ancora di più a dare il mio contributo agli altri.