Iniziare un percorso psicoterapeutico è certamente un momento importante. Sono uno psicoterapeuta ma prima ancora sono stato un paziente. Ho avuto tre diverse esperienze con dei futuri colleghi. La prima volta andò male, ma forse non ero pronto io. Il secondo percorso psicoterapeutico durato circa un anno mi ha aperto gli occhi e fatto capire tante cose che vorrei condividere in questo articolo.
Farsi aiutare da uno psicoterapeuta
Esistono dei sintomi potenti che spingono a farsi aiutare. Come potete vedere anche in questo sito ho delimitati i territori sintomatologici per un fine più didattico:
- Per semplificare diciamo che il territorio della paura la fa da padrone nei tempi moderni. L’ansia, il panico, l’insonnia, lo stress, le fobie: la paura ci accompagna. Ma dove nasce la paura e come imparare a conoscerla e trasformarla in un’alleata? Questa ad esempio potrebbe essere una finalità da perseguire in un percorso di psicoterapia.
- Esiste poi il sintomo psicosomatico ossia quel sintomo organico che non trova una chiara spiegazione medica o che non trova una cura efficace. Esiste il dolore per qualcosa, il dolore fisico o dell’animo per una perdita o un’ingiustizia o un trauma subito.
Ognuno di noi saprebbe elencare i fatti che possono portare una persona a scegliere di fare un percorso psicoterapeutico
Oggi a tutti questi sintomi si aggiungono gli esiti del Covid, le angosce per una guerra mondiale che potrebbe esplodere da un momento all’altro o infine le pene per una crisi economica che, presente da due anni, potrebbe ulteriormente peggiorare e quindi il bisogno di parlarne e farsi aiutare e accompagnare.
Certamente in presenza di sintomi così limitanti la psicoterapia è un dovere e l’unica possibilità di cura a lungo termine.
Il disagio psicologico
Ma c’è un’altra grande sfera che per me ha rappresentato una svolta per il mio percorso da paziente. Il disagio, il non riuscire, il non sentirmi al posto giusto e mai al momento giusto. Mi sentivo diverso, spesso giudicato da me stesso e con l’idea di essere giudicato dagli altri e in certi momento deriso.
Facevo il medico con successo, la mia vita andava avanti ma io non ero mai sereno, mi sentivo “fiero capitano al timone di una zattera alla deriva durante la tempesta”.
Vivevo la paura che succedesse qualcosa di brutto ed ero insoddisfatto di tutto scaricando sui miei cari quel disagio che diveniva rabbia.
Non ero mai felice, non ridevo mai e mi illudevo che tutto andasse bene.
Il percorso psicoterapeutico mi ha fatto comprendere che quelle sensazioni e quegli sbalzi non erano “il mio carattere” ma erano delle voci provenienti dal mio profondo che manifestavano un bisogno di ascolto e che se inascoltate provocavano sbalzi e cadute.
Contrarsi, imparare a conoscerci e imparare a prenderci cura di noi è il tema fondante della psicoterapia.
Spesso solo imparare ad ascoltarle sotto la guida giusta riesce a farci scoprire una grande parte di noi nascosta e spesso solo far questo risolve tanti nostri disagi e sintomi.
Il terzo percorso di Psicoterapia in Riza di quattro anni mi ha permesso di completarmi e di rivedere la mia vita con occhi nuovi e permettermi oggi di essere IO.
Come se nella vita ci fosse una psicoterapia giusta nel momento giusto.
Il benessere psicologico: verso la conoscenza di sé stessi
Iniziare un percorso psicoterapeutico non dovrebbe essere solo un evento durante dei sintomi importanti che ci limitano la vita, ma dovrebbe essere un percorso di conoscenza verso le proprie ombre che tutti dovremmo fare. Noi tutti dedichiamo tempo al bisogno di pace, equilibrio e benessere fisico. Sia chiaro ciò è giustissimo ma il benessere psicologico?
Quanto ci costa in termini economici e di tempo un’ora a settimana rispetto a quello che ci porta via il traffico, la televisione e alcuni rami lavorativi che potrebbero essere ottimizzati?
Quanto denaro e salute ci tolgono alcune dipendenze che spesso solo un tentativo di coprire dei bisogni inascoltati rispetto ad un percorso psicoterapeutico.
Hillman scrive:
La psicoterapia è un percorso di conoscenza da fare in compagnia di qualcuno che quei territori già li conosce per esserci già stato, ma solo facendo quel percorso si potrà davvero conoscere la propria interiorità e finalmente entrare in contatto con i propri complessi, i traumi, la paure, i sintomi e diventare un individuo completo, evoluto e unico.
Quanto siamo abituati ad impegnarci al massimo nel lavoro? Possiamo dire lo stesso anche nella cura dei nostri figli, della famiglia, degli amici? Quanto siamo propensi a metterci in fondo alla lista delle cose da fare nelle nostre vite sempre piene di impegni?
Curare sé stessi
Tanto per noi ci sarà un tempo per il riposo, uno per la cura di noi stessi, tempo che spesso non arriva mai.
Forse quel tempo è davvero arrivato perché il veicolo che ci porta a viaggiare nel mondo siamo proprio noi stessi.
Come dico sempre ai miei pazienti solo se siamo in equilibrio con noi stessi riusciamo a dare amore, cura e attenzione agli altri e riusciamo ad essere in equilibrio con gli altri.
Tutto in noi è strettamente collegato. Da questo ne deriva che l’equilibrio sul piano psicologico ed emotivo ha ripercussioni benefiche anche sul nostro corpo e su tutto il nostro essere persona.
Infatti proprio quando manca l’equilibrio interiore viviamo forti momenti di disagio, ansia, difficoltà e dolore.
Viceversa, se riusciamo a ristabilire l’equilibrio in noi, riusciamo a vivere un ben-essere interiore e la nostra vita lo dimostra.
Curare sé stessi con un percorso terapeutico è prestare attenzione alla nostra vera essenza: prestare orecchio alle voci provenienti dal nostro profondo che manifestavano un bisogno di ascolto e che se inascoltate provocavano momenti di crisi.