Come scegliere lo psicoterapeuta? La scelta dello psicoterapeuta/psicologo è una decisione importante che necessita di razionalità ma anche di abbandono a quel territorio fatto di sensazioni e percezioni.
Psicologo o psicoterapeuta? Le differenze
Innanzitutto è bene chiarire alcune differenze che potrebbero aiutare nel compiere un passo di questo tipo:
- Il medico è un professionista laureato in medicina e chirurgia, ha una laurea specialistica di sei anni.
- Lo psicologo è un professionista laureato in psicologia, ha una laurea magistrale di cinque anni.
- Troviamo poi la figura dello psicoterapeuta. La psicoterapia è un corso di specializzazione di quattro anni in una scuola riconosciuta dal MIUR che prevede un numero di ore di lezione (non meno di 500 annuali), terapia individuale e di gruppo a cui lo studente si deve sottoporre e delle ore di tirocinio (almeno 100 annuali) presso altre strutture dove affinare la propria formazione.
Per iscriversi ad una scuola di specializzazione in psicoterapia bisogna avere una laurea magistrale in Psicologia oppure la laurea in Medicina.
Esistono pertanto sia i medici psicoterapeuti che gli psicologi psicoterapeuti.
La psicoterapia può essere ovviamente eseguita anche dal medico specialista in psichiatria, che è di diritto psicoterapeuta anche senza iscriversi ad una scuola di psicoterapia.
Alla luce di questi dati è evidente come la specializzazione in psicoterapia conferisca al professionista una competenza maggiore, anche solo per gli anni di formazione accumulati.
Un medico psicoterapeuta inoltre ha la possibilità di gestire la terapia farmacologica del paziente qualora ce ne fosse bisogno rispetto allo psicologo psicoterapeuta che invece deve avvalersi della consulenza di un medico per ogni prescrizione.

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Come scegliere uno psicoterapeuta in base alla formazione
Esiste poi la valutazione della scuola di formazione dello psicoterapeuta, di cui un paziente dovrebbe tener conto.
Una formazione freudiana è molto diversa da quella Junghiana ed entrambe distano anni luce da una formazione cognitivo-comportamentale.
Informarsi sulla formazione dello psicoterapeuta potrebbe permetterci di iniziare un percorso di cura più serenamente prima di imbatterci in sorprese alla prima seduta che ci faranno interrompere repentinamente il lavoro e magari perdere fiducia nella psicoterapia solo perché si è scelto un professionista che “parla una lingua” troppo diversa dalla nostra.
Tuttavia ricordiamoci che parlare una lingua diversa dalla nostra non è sempre un male assoluto ma può essere una prova interessante per uscire dalla propria zona di comfort.
Iniziare un percorso di Psicoterapia

In genere in psicoterapia le prime 2-3 sedute hanno una funzione di conoscenza reciproca. Sarebbe opportuno che sia il paziente ma anche il terapeuta si prendessero del tempo per capire se è possibile costruire un lavoro insieme. Diffiderei da coloro che dicono di risolvere un problema in tre sedute. Ritengo che una psicoterapia del profondo (come le scuole Junghiane, o Riza) avrebbe bisogno di almeno 15-20 sedute per poter ottenere un risultato duraturo. Salvo ovviamente casi specifici. La frequenza settimanale è la migliore anche se ci possono essere casi particolari.
Consiglierei al paziente di non fuggire alla prima seduta se gli sembra di trovarsi a fare qualcosa in cui non si sente pronto, magari è proprio percorrendo territori nuovi e inesplorati che si trova la propria strada.
Psicoterapeuta uomo o donna?
La scelta del sesso del terapeuta apre tanti scenari relativi a concetti come Transfert e Controtransfert. Avere una persona del nostro stesso sesso può permetterci di aprirci e di toccare anche argomenti intimi e delicati con più scioltezza; allo stesso tempo avere di fronte un terapeuta di sesso diverso dal nostro ci potrebbe permettere di confrontarci con una visione diversa dalla nostra. Secondo la mia esperienza la scelta non dovrebbe essere aprioristica ma dovrebbe privilegiare maggiormente la formazione ed il metodo del terapeuta che il suo sesso.
Iniziare un percorso di psicoterapia
Quando si inizia una psicoterapia bisogna cercare di farsi portare, rispondere alle prime domande per aiutare il terapeuta ad orientarsi partendo dal motivo per cui si è lì. Bisogna riporre fiducia a priori e aprirsi come meglio si riesce. E’ fondamentale essere sinceri perché nel contesto della seduta non si è giudicati e non ci si deve preoccupare se si hanno difficoltà ad esprimersi e raccontarsi. E’ normale quando si toccano i punti “delicati” o “dolorosi” della nostra esistenza che si faccia difficoltà a renderli in parole.
E’ naturale che certi argomenti e racconti possano non venir fuori alla prima seduta, in quanto è necessario cominciare a fidarsi e sentirsi a proprio agio prima di parlare di qualcosa che ci fa stare male. Il terapeuta è lì per ascoltare e ha pazienza e tempo. I ritmi di un percorso di psicoterapia non seguono le velocità della nostra vita quotidiana, ma nel momento che ci si apre bisogna aprirsi completamente ed essere trasparenti per mettere il terapeuta nelle migliori condizioni possibili per conoscerci.
Il rapporto tra psicoterapeuta e paziente

Lo psicoterapeuta dal canto suo come deve essere?
L’empatia e l’accoglienza sono due caratteristiche fondamentali. Un bravo terapeuta non deve giudicare e deve avere pazienza e ascolto.
Non bisogna però pensare che tutti i terapeuti siano uguali. Ci sono terapeuti molto silenziosi che parlano pochissimo, altri più interventisti. In un percorso terapeutico ci può essere spazio per la provocazione, per il richiamo, per il dispiacere e per le emozioni.
L’obiettivo della psicoterapia è superare insieme delle difficoltà ed evolvere imparando ad accettarsi per cui in certi momenti può essere necessario anche lo stimolare il paziente a vedere e quindi a guardare aprendo gli occhi utilizzando le proprie tecniche terapeutiche.
Il rapporto con il terapeuta deve essere un rapporto di cura e tale deve rimanere. Lo psicoterapeuta non è un amico o un confidente ma uno specialista della cura. Ci deve essere rispetto ma nello stesso tempo con sapienza e misura ci sarà vicinanza, empatia e condivisione. Considerare il nostro terapeuta come un amico può ridurre l’efficacia della terapia, potrebbe portarci a seguirlo meno, come si farebbe appunto con un amico che alcune volte lo si ascolta e altre volte un po’ meno.
Come scegliere lo Psicoterapauta: conclusioni
Per concludere la scelta dello psicoterapeuta procede su due binari paralleli e vicini:
- Da una parte c’è il piano razionale della scelta del tipo di formazione, del tipo di setting, della zona dove si trova lo studio (se si sceglie la terapia in presenza);
- dall’altra c’è quella parte di noi non razionale inconscia, il luogo dove vive il nostro Daimon (come direbbe Hillman) che ci guida. Il luogo della nostra energia guaritrice (come direbbe Morelli), la nostra sapienza innata che ci farà sentire il desiderio di scegliere quel psicoterapeuta che sarà quello giusto per guidarci in questo cammino in cui si scende nei nostri territori oscuri per poi riemergere insieme alla luce.